La frutta nella nutrizione funzionale, regole e consigli

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La frutta fresca, e preferibilmente di stagione, rappresenta un’importante fonte di vitamine, sali minerali, acqua di vegetazione, micronutrienti e zuccheri altamente biodisponibili.

Ma un frutto non vale l’altro, così come abbiamo visto per le verdure. Inoltre non è un alimento che “fa bene a tutti”, in grande quantità e senza una selezione precisa in base alle esigenze individuali.

Un esempio? Il “vecchio” uso della dietistica tradizionale di prescrivere un frutto (senza meglio specificare quale) come spezzafame in qualsiasi momento della giornata. O, ancora, la raccomandazione di assumerla sempre lontano dai pasti.

Come abbiamo imparato insieme, non esiste una regola valida per tutti. Le porzioni, i tipi di frutti, i momenti del giorno in cui assumerli, variano da persona a persona anche a seconda delle esigenze della giornata (ad esempio in caso di attività sportiva intensa).

Alcune regole generali per il consumo di frutta

Nel nostro obiettivo di perseguire l’equilibrio dell’organismo, in condizioni di alimentazione normale, la frutta può tranquillamente essere inserita nella dieta quotidiana a patto di non eccedere e bilanciarne sempre il carico glicemico con abbinamenti mirati.

Preferiamo il frutto intero al succo o all’estratto, proprio perché le fibre (assenti nel succo) moderano l’assorbimento di zuccheri a livello intestinale.

Se utilizzata come spuntino, non andrebbe consumata da sola, ma in abbinamento a una fonte di grassi buoni come frutta secca, della panna acida, o ancora del cioccolato fondente. Non è comunque raccomandata a chi ha difficoltà a controllare la fame in quanto ricca di fruttosio che come zucchero a rapido assorbimento può stimolare il senso di fame e la ricerca di altri zuccheri. In questi casi la frutta è spesso sconsigliata sia come spuntino sia ai pasti, ed è meglio sostituirla con un carboidrato complesso (a rilascio di zuccheri più lento) e ugualmente ben bilanciato.

La frutta a fine pasto non è un tabù: basta regolarsi sulla regola di un carboidrato a pasto a scelta tra pane, pasta, riso, pizza, vino, dolci e frutta. Ebbene sì: la frutta è da considerare come carboidrato dato il suo contenuto di zuccheri, quei i in linea di massima va bene in un pasto con proteina e verdura. Si può dunque mangiare la frutta a fine pasto tenendo conto dello scopo che si vuole ottenere con quel frutto e quell’abbinamento specifico.

Trovate qui un approfondimento sui momenti migliori per inserire la frutta nella dieta 

Sconsigliata in linea generale la macedonia, che abbina frutti diversi, che hanno diverse proprietà magari in contrasto fra loro e modalità di digestione in conflitto, oltre a dare all’organismo un mix di zuccheri difficile da riequilibrare.

Attenzione anche se soffrite di disturbi digestivi, gonfiore o meteorismo: la frutta può peggiorarli, creando fastidi fermentativi a livello intestinale.

Vediamo un elenco dei frutti che troviamo più frequentemente tra le nostre indicazioni e le loro proprietà funzionali

Kiwi: molto utilizzato specialmente per ridurre i sintomi di stitichezza, è indicato al mattino per chi ha bisogno di riattivare il transito intestinale. Si può alternare con una mela smith per evitare un sovraccarico di vitamina C. In caso di episodi di stitichezza importante, uno o due kiwi prima dei pasti per un paio di giorni sono un presidio terapeutico efficace.

Pesca bianca è un drenante renale ed epatico, e grazie al suo contenuto in iodio opera un’azione di stimolo sulla tiroide. Ha anche un impiego terapeutico in caso di sindromi cefaliche, un vero e proprio rimedio nutrizionale da assumere al bisogno: l’effetto di drenaggio epatico e l’aumento della diuresi decongestionano il microcircolo cerebrale diminuendo il dolore.

Mirtilli Questo frutto di bosco contiene una sostanza specifica, la neo-mirtillina, dotata di spiccato effetto antidiabetico e capillaro-protettore. È inoltre ricchissimo di principi attivi, fra cui gli antocianosidi, le vitamine A e C, l’acido citrico e quello malico, la neo-mirtillina. E ancora fosforo, calcio e manganese, oltre ad arbutina, tannini e acido chinico.

Melagrana Un frutto ricco in vitamina A e C e in flavonoidi, ad alto potere antiossidante con un’azione specifica sul microcircolo. Grazie al ridotto contenuto di sodio e fosforo, svolgerà una notevole azione diuretica e drenante. Ha inoltre proprietà ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti, e si rivela utile anche in caso di anemia grazie alla elevata biodisponibilità del ferro in essa contenuto

Fragole Frutto a basso contenuto di zuccheri e buon contenuto di iodio, stimolano il metabolismo tiroideo, adatte anche a chi deve controllare l’assunzione di zuccheri. Ricche di vitamina C e di calcio, sono indicate anche per i bambini e le donne in menopausa

Pompelmo Proposto soprattutto a colazione, è utile per tenere sotto controllo il colesterolo grazie a un’azione specifica. Protettivo per il microcircolo capillare, stimola la diuresi e ha un basso contenuto di zuccheri

Abbinamenti particolari con la frutta

Scopriamo un abbinamento di Bioterapia con la frutta utile per un pasto di recupero: due peperoni arrosto e 1/4 di ananas. L’ananas è diuretico e fluidificante per il sangue, contiene iodio che si somma a quello dei  peperoni per sostenere l’attivazione metabolica tiroidea. Quando lo mangiamo, non dobbiamo però scartare il gambo centrale, che è il più ricco di bromelina, la sostanza attiva che determina le proprietà di questo frutto. Attenzione per chi ha problemi di glicemia: l’ananas è un frutto zuccherino, non adatto in particolare a diabetici. Il peperone sollecita il fegato con vitamina C e solanina e ha un effetto lassativo, favorendo l’eliminazione intestinale delle scorie metaboliche

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