Il bimbo è irrequieto, la pelle a chiazze arrossate e a volte gonfie su guance, gomiti, ginocchia e nelle pieghe cutanee. A volte ci sono vescicole o pelle desquamata. È facile con questi sintomi che ci troviamo davanti alla dermatite atopica, che sarà compito del pediatra diagnosticare e indirizzare i genitori dallo specialista.
La dermatite atopica è una delle più comuni affezioni del bambino: nella maggior parte dei casi l’esordio è entro il primo anno di vita, in genere a partire dal terzo mese. Si tratta di una malattia infiammatoria della pelle che si acuisce nei mesi autunno-invernali e migliora nei periodi estivi.
Le cause della dermatite atopica non sono chiare, ma è probabile che siano implicati fattori genetici, immunologici, metabolici, neuroendocrini e ambientali.
Una condizione che crea disagio al bambino e preoccupa i genitori, e che è importante trattare con i prodotti adatti per evitarne il peggioramento e favorire il naturale rafforzamento delle barriere portando a una progressiva attenuazione fino alla scomparsa dei sintomi più severi
Abbiamo chiesto aiuto per parlare di dermatite atopica al Dottor Emilio Zavattaro Medico, membro S.I.M.A.(Società Italiana di Medicina Antroposofica) e consulente Weleda
Quali sono i prodotti più indicati e le procedure di igiene?
I bambini atopici hanno una carenza di lipidi a livello cutaneo, rimanendo più a lungo al livello di delicatezza “neonatale”. Manca quindi di una barriera efficace nei confronti delle aggressioni esterne. È molto importante quindi proteggere il film idrolipidico e non distruggerlo con lavaggi aggressivi e frequenti. I prodotti per la pelle del bambino atopico devono essere completamente naturali e privi di astringenti o profumi, senza detergenti e saponi forti.
Quali sono i principi attivi più consigliati in caso di dermatite atopica?
Un valido aiuto può essere dato da prodotti biologici a base di Malva. La malva fa parte di una famiglia di piante, le Malvacee, che hanno la caratteristica di produrre in quantità delle mucillagini. La mucillagine è la sostanza glico-proteica che la pianta produce per contrastare la tendenza al disseccamento, alla formazione di sostanze dure come la corteccia. Grazie alle mucillagini la pianta aumenta notevolmente la sua capacità di trattenere acqua. Assieme alle sue proprietà lenitive e antiinfiammatorie la malva dunque esprime una grande capacità idratante ed emolliente. Ecco perché il consiglio di una crema a base di malva come emolliente per una pelle atopica. La qualità biologica della pianta diventa un fattore preferenziale perché rispettoso della sensibilità della cute ipersensibile del bambino atopico. A fianco alla malva possono essere presenti anche oli naturali (di cocco, di sesamo, di mandorla, ecc) e principi che rallentano la disidratazione della pelle come ossido di zinco e cera d’api.
E per il bagnetto?
Evitiamo bagni troppo frequenti e utilizziamo prodotti oleosi che effettuino un’azione protettiva nei confronti dell’acqua e liporestitutiva sull’epidermide.
Ha altri consigli generali per i bimbi atopici?
Scegliamo tessuti naturali (cotone biologico, seta, lino, bamboo), e tagliamo accuratamente le etichette in modo che non siano a contatto con il corpo. Anche per i detersivi, non occorre usare additivi disinfettanti per il bucato ma è importante utilizzare prodotti privi di ammorbidente e profumazioni, e magari con un risciacquo in più per eliminarli completamente dalle fibre.
Dermatite atopica e allergie
Se il bambino ha la dermatite atopica è anche allergico oppure è solo più predisposto?
L’atopia, è una anomala reattività cutanea ad allergeni comuni e sembra costituire un importante fattore predittivo per lo sviluppo di allergie future come rinocongiuntivite e asma. Non vuol necessariamente dire che il bambino è allergico ma che potrebbe diventarlo.
Si tratta di una condizione ereditabile?
La familiarità è uno degli elementi possibili. Se uno dei genitori è stato un bambino atopico è più facile che il figlio sviluppi una dermatite atopica e ancora più probabile se entrambi i genitori l’hanno avuta. Tuttavia, vi sono anche molti bambini che la sviluppano senza che i genitori ne siano mai stati soggetti.
È possibile ridurre le probabilità che diventi allergico?
Allo stato delle conoscenze attuali non è ben chiaro cosa possa ridurre le probabilità. Tuttavia, le considerazioni antropologiche fatte dalla Medicina Antroposofica possono orientare delle azioni che vanno in questo senso. Con la nascita il bambino deve progressivamente “chiudersi” rispetto al mondo esterno cioè sviluppare una specifica individualità, che gli immunologi chiamano il self. Il bambino con dermatite atopica tende a rimanere troppo nella condizione prenatale, cioè “aperto” e la pelle, che rappresenta il limite più esterno di questo self, risulta deficitaria di lipidi. Essa quindi non è in grado di esercitare la sua funzione di barriera ed il piccolo è più esposto ad allergeni ambientali. Per ridurre questa probabilità ha senso metter in atto misure di tipo alimentare, pedagogico, ambientale assieme ad una buona cura locale della pelle.