Abbiamo affrontato con l’aiuto dei nostri psicologi i disagi derivanti dal lockdown, dalle paure della pandemia, dalla ripresa.
Ora il mondo si prepara, grazie al vaccino, ad uscire dall’emergenza e a tornare alla normalità.
Ma, ci avverte l’American Public Health Association, la fine della pandemia potrebbe portare con sè una nuova emergenza sanitaria: la sindrome da stress post lockdown. Una sindrome da stress post traumatico conseguente al trauma collettivo che ha vissuto la nostra società, e che si potrà manifestare in molti modi diversi.
Abbiamo già- parlato, ad esempio, della sindrome della capanna , che colpisce in modi diversi e con sfaccettature molteplici sia bambini che adulti. Una paura a tornare alla normalità, a uscire di casa, a riprendere i rapporti sociali.
Soprattutto bambini e adolescenti, che hanno “perso” mesi di vita e di formazione e crescita molto importanti, potrebbero manifestare lo stress con paure, ansie, chiusure, o al contrario con comportamenti esageratamente esuberanti.
Per gli adulti lo stress vissuto nei mesi di chiusura totale o parziale, il cambiamento dei metodi di lavoro e di apprendimento, la mancanza di interazioni sociali, può portare ansia e depressione, così come disturbi del comportamento alimentare: il cibo diventa valvola di sfogo e consolazione, oppure mezzo di “controllo” su se stessi, in un momento in cui sembra di non avere il controllo su nulla. Anoressia, vigoressia, ortoressia (qui il nostro approfondimento) sono manifestazione di un bisogno di “mettere paletti” alla propria vita che sembra sfuggire di mano.
Se stai male, è normale
Lo ripetiamo da mesi. Il malessere psicologico è una manifestazione legittima, da riconoscere e accogliere, senza sentirsi per questo difettosi o sminuiti. L’importante è non negare la realtà ma cercare l’aiuto che serve. Che sia in famiglia oppure, se vediamo di non farcela, con un professionista, che mai ci giudicherà ma che ci aiuterà a riprendere in mano la situazione, ritrovando il benessere.