Bioterapia nutrizionale: la costituzione pancreatica

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Dopo aver trattato la costituzione epatica, passiamo a vedere un’altra costituzione abbastanza diffusa, quella pancreatica. Chi si identifica in questo biotipo dovrà fare particolarmente attenzione all’ equilibrio glicemico dei pasti e nel corso della giornata,e ora vediamo perché.

L’aspetto fisico è molto caratteristico, è la forma “a mela” che tende a ingrassare soprattutto sull’addome ma restando “morbido” anche su braccia e gambe con poco tono muscolare.
Di norma i pancreatici non sono di alta statura, hanno il viso tondeggiante e le mani paffute. Tendono facilmente ad accumulare grasso viscerale, con un rischio più elevato rispetto ad altri di obesità dismetabolica.

Le persone di questa costituzione tendono a sentirsi stanche e spossate quando sono a stomaco vuoto, proprio a causa dello loro gestione difficile dell’insulina. Possono soffrire di numerosi disturbi digestivi (colite, meteorismo, gastralgie, gonfiore) dati al contrario della costituzione epatica da rallentamento della digestione (e non da crampi o spasmi per ipertonicità come invece può accadere agli epatici).
Molto frequente anche il ristagno della circolazione linfatica con edemi di vario genere e gonfiore all’altezza di gambe e cosce.

Rischio di diabete aumentato

La tendenza patologica principale però, e quella verso il diabete: le persone di costituzione pancreatica , infatti, tendono a una regolazione instabile della produzione di insulina, che si traduce in una costante oscillazione del livello di zuccheri nel sangue (picchi di iper/ipoglicemia che si alternano, influenzando anche l’umore e il livello di vigilanza mentale).

Chi si identifica nella costituzione pancreatica deve prima di tutto controllare la glicemia da un lato, e stimolare il metabolismo un po’ impigrito dall’altro, con associazioni mirate.

Indicazioni nutrizionali

A colazione bilanciare bene i carboidrati complessi con grassi buoni (pane tostato con olio e frutta secca ad esempio) o piccole quantità di proteine per evitare picchi glicemici e favorire un lento rilascio degli zuccheri.

Ripassare sempre la pasta con olio e associarla a condimenti di stimolo per il metabolismo, come broccoli, cime di rapa o associata a proteina leggera (pasta gamberi e zucchine, pasta alle vongole ).

Tra le verdure vanno bene anche le solanacee (melanzane e peperoni) che danno uno stimolo al sistema neurovegetativo e alla vigilanza mentale. Meglio evitare quelle preparazioni che alzano l’indice glicemico(attenzione a riso, patate, mais), quindi sì a cipolla e finocchio crudi, ma sconsigliati da cotti, quando diventano molto zuccherini.

Tra le proteine evitare latte e formaggi (il calcio è neurosedativo), mentre non ci sono controindicazioni per le uova e carne bianca.

È importante introdurre il pesce con frequenza nella dieta: lo iodio e il fosforo danno uno stimolo fondamentale al metabolismo tiroideo, e ogni tanto dite di sì a un fritto di pesce ben fatto, che dà uno stimolo maggiore ma sempre associato a abbondante verdura cruda drenante.

Più problematica la frutta: mai usarla da sola come spuntino per via del contenuto di fruttosio, uno zucchero semplice che innesca picchi glicemici e ipoglicemia secondaria e non associata a altri carboidrati (cosa che fa sentire subito fame anche a poca distanza dal pasto). Andrebbe limitata anche ai pasti, in caso associata a proteine, preferendo frutti come fragole, lamponi, melagrana, mirtilli, more, ribes avocado e pompelmo, che contengono naturalmente pochi zuccheri.

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