Lipedema: diagnosi e approccio terapeutico PCare

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Il lipedema è una patologia cronica e progressiva del tessuto adiposo, ancora oggi spesso non riconosciuta o confusa con l’obesità o la semplice ritenzione idrica. Colpisce quasi esclusivamente le donne e si manifesta con un accumulo anomalo di grasso in specifiche regioni corporee, in particolare su gambe, glutei e, in alcuni casi, braccia, lasciando risparmiata la parte superiore del corpo. A differenza dell’adiposità comune, il lipedema si associa a dolore spontaneo o al tatto, facilità alla formazione di ematomi, sensazione di pesantezza e, con l’avanzare della malattia, difficoltà motorie e alterazioni posturali.

Quando compare il lipedema e perché: il ruolo degli ormoni

Il legame tra lipedema e fattori ormonali è evidente: la patologia esordisce frequentemente in fasi di grandi cambiamenti endocrini, come pubertà, gravidanza o menopausa. Questo ha portato i ricercatori a ipotizzare che gli estrogeni giochino un ruolo centrale nello sviluppo e nella progressione della malattia.

Studi recenti (li trovate indicati in fondo per un approfondimento ulteriore) indicano che le cellule adipose delle pazienti con lipedema hanno una maggiore sensibilità agli ormoni estrogeni (ormoni tipicamente femminili e collegati ai cicli della vita della donna), i quali stimolano l’adipogenesi, cioè la nascita di cellule adipose, e alterano il metabolismo dei grassi. In particolare, la stimolazione estrogenica potrebbe contribuire all’ipertrofia degli adipociti, all’aumento della permeabilità capillare e all’attivazione di processi infiammatori cronici.

Anche il progesterone e gli ormoni corticosteroidi possono contribuire indirettamente, influenzando il bilancio idrico e la fragilità vascolare. Inoltre, gli studi suggeriscono che il microambiente tissutale delle pazienti affette da lipedema presenti un profilo pro-infiammatorio persistente, con un’aumentata infiltrazione di macrofagi e un’elevata espressione di citochine infiammatorie.

Non va sottovalutata nella fase diagnostica una compresenza con intolleranza al nichel. È stato infatti rilevata in molte pazienti una coesistenza di lipedema e sensibilità a questo metallo, presente non solo in oggetti di uso quotidiano ma anche, in percentuali variabili, in molti alimenti. Sebbene sia ancora al vaglio un nesso di correlazione, è stato osservato che l’intolleranza al nichel causa uno stato infiammatorio costante che aggrava i sintomi del lipedema. Si valuterà dunque con lo specialista l’opportunità di analisi specifiche che, se positive, influiranno anche nel lavoro del nutrizionista per un piano alimentare che tenga conto di questa condizione.

Diagnosi differenziale: lipedema non è obesità

Nonostante la presenza di eccesso adiposo, il lipedema non risponde alla dieta e all’esercizio fisico come l’obesità. Le pazienti spesso sperimentano un dimagrimento selettivo: perdono peso nella parte superiore del corpo ma non nelle aree colpite dalla malattia. Questo contribuisce a frustrazione psicologica, aumento del rischio di disturbi dell’immagine corporea e, in alcuni casi, di disturbi alimentari.

Fonte: LIO Italia

A testimonianza del fatto che si tratta di una patologia complessa e miultifattoriale, e non solo di un “accumulo di grasso”, possiamo vedere come, a differenza di sovrappeso e obesità, il lipedema porti con sé una serie di alterazioni a livello cellulare, come rilevato anche da studi recenti (Michelini S, Greco S, Vaia N, Puleo V, Pellegrino P, Di Vincenzo A, Michelini S, Herbst KL, Goteri G, Luca T, Castorina S, Giordano A, Ciarmela P, Cinti S. Endothelial cell alterations in capillaries of adipose tissue from patients affected by lipedema. Obesity (Silver Spring). 2025 Apr)

Queste alterazioni coinvolgono diversi tessuti:

  • cellule che rivestono i capillari sanguini, con ispessimento delle pareti dei capillari
  • gli adipociti sono più grandi nelle zone del lipedema, rispetto alle persone magre o ai pazienti obesi
  • accumulo di cristalli di calcio all’interno degli adipociti
  • maggiore presenza di macrofagi nel tessuto colpito da lipedema (indice di processo infiammatorio in atto)

Una diagnosi accurata di lipedema si basa su criteri clinici e anamnestici:

  • Distribuzione simmetrica del grasso su arti inferiori (e a volte superiori)
  • Dolore spontaneo o al tatto
  • Facilità ai lividi
  • Preservazione di mani e piedi (a differenza del linfedema)
  • Familiarità

Leggi qui un approfondimento su come distinguere linfedema e lipedema 

L’approccio terapeutico al lipedema

Il lipedema è una patologia cronica, che può essere stabilizzata (e a volte migliorata) con un approccio terapeutico mirato, limitandone la progressione e migliorando la qualità della vita. Per una corretta diagnosi e l’individuazione della terapia migliore entrano in campo diversi specialisti, tra cui fondamentali:

  • l’angiologo per la valutazione di complicanze venose e lo sviluppo del piano terapeutico
  • massofisioterapista specializzato, per massaggi specifici (da valutare sullo stadio della patologia e le esigenze della singola paziente), bendaggi, esercizi, educazione all’autotrattamento e all’autogestione della patologia con automassaggi, esercizio fisico e utilizzo di indumenti compressivi adeguati.
  • Nutrizionista, per un’alimentazione personalizzata, individuata in modo specifico sulla paziente a valle di esami clinici volti a individuare tra gli altri eventuale insulinoresistenza, cause di infiammazione, intolleranze, squilibri ormonali.
  • Ginecologo, per valutare l’equilibrio ormonale
  • Personal trainer, per impostare un lavoro specializzato sul lipedema, gli esercizi corretti e a basso impatto per non peggiorare i sintomi e diminuire l’infiammazione (considerando anche lo stato fisico generale e la presenza di eventuali problemi vascolari), con un lavoro sempre personalizzato e tagliato su misura sulla singola persona.

In alcuni casi possono essere importanti la figura del ginecologo e dell’endocrinologo per valutare l’equilibrio ormonale. Non va trascurato poi l’appoggio di un supporto psicologico, fondamentale nei casi di disagio emotivo o depressione associata

Questa strategia aiuta spesso a ridurre la sintomatologia e migliorare la qualità della vita anche se, come abbiamo detto, non può portare a guarigione.

Nutrizione funzionale per un approccio terapeutico globale al lipedema

La dieta gioca un ruolo chiave nella gestione del lipedema, soprattutto per contenere l’infiammazione e migliorare la sensibilità insulinica. Non esiste una “dieta standard”, ma ci sono diversi modelli funzionali che vanno calibrati sulla singola paziente e sulla sua reazione al protocollo alimentare.

Sebbene il lipedema non sia causato da sovrappeso o cattiva alimentazione, una corretta gestione nutrizionale può ridurre infiammazione, migliorare i sintomi e contrastare la progressione della malattia. Studi emergenti esplorano gli effetti di diversi regimi dietetici con risultati incoraggianti, il cui obiettivo generale è il contrasto dell’infiammazione, il drenaggio, la depurazione epatica e il controllo dell’insulina. Non si può però avere un approccio generico all’alimentazione in caso di lipedema, anche stando nella cornice di diete low carb o chetogeniche non si può dare solo importanza alla quantità, ma la qualità la scelta e l’abbinamento degli alimenti vanno curati in modo specifico, non solo in base al loro contenuto calorico, di grassi, carboidrati o proteine, ma per le loro specifiche proprietà funzionali.

Uno stesso pasto che ha parità di macronutrienti può avere effetti molto diversi sull’organismo. In particolare, in caso di lipedema, sono da limitare il più possibile i cibi ricchi di sodio, i grassi animali e gli alimenti che contengono sostanze proinfiammatorie, come i latticini e i prodotti ricchi di glutine.

Un’alimentazione con approccio funzionale ha come focus l’attivazione e la protezione degli organi emuntori come il fegato, la protezione del microcircolo, la disinfiammazione dell’organismo e il sostegno al microbiota: questo approccio va mantenuto anche all’interno di diete specifiche, permettendo così di trarne i benefici senza effetti collaterali.

Leggi qui un approfondimento sulla nutrizione funzionale per il lipedema

Il trattamento chirurgico del lipedema

Quando il trattamento conservativo non è più sufficiente e la qualità della vita è fortemente compromessa, si può ricorrere (solitamente in ultima istanza) a un intervento chirurgico, che consiste in una liposuzione specializzata con risparmio del sistema linfatico. È fondamentale che la chirurgia sia eseguita da un chirurgo esperto nel trattamento del lipedema, per evitare danni al sistema linfatico e ottenere risultati duraturi.

Giugno è il mese della consapevolezza sul lipedema

È importante parlarne, riconoscerlo e superare lo stigma. Il lipedema non è una colpa, e non è solo un problema estetico, ma una malattia complessa, ancora troppo spesso trascurata o mal diagnosticata. Comprendere il suo legame con le dinamiche ormonali e adottare strategie nutrizionali efficaci come la dieta chetogenica o la RAD può fare la differenza nella gestione dei sintomi. La diagnosi precoce e una gestione integrata e personalizzata sono le vere chiavi per affrontare il lipedema in modo efficace. La chiave sta in un approccio personalizzato e multidisciplinare, che tenga conto delle peculiarità metaboliche, infiammatorie e psicologiche della persona.

Articolo in collaborazione con Stella Maris Glowinski, mft

FONTI

  PMC8583809 – Ketogenic diet and pain in lipedema

  PubMed 34769153 – Estrogen impact on adipose tissue in lipedema

  PubMed 38791004 – Nutritional approaches in lipedema treatment

 

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