Il peperoncino, nelle sue numerosissime varietà, è una spezia dalle proprietà importanti e molto sfruttate in Bioterapia Nutrizionale.
Scegliendo la varietà con il grado di piccantezza desiderato (misurato con la scala di Scoville), si potrà usare in moltissime preparazioni e con varie indicazioni terapeutiche.
Al contrario di quanto si pensa, ha poche controindicazioni e non è irritante per l’apparato digerente.
Anzi, grazie al suo potere cicatrizzante, antinfiammatorio e disinfettante è utilizzato a scopo terapeutico in caso di diarrea, rettocolite ulcerosa, gastrite.
Ha inoltre proprietà “velocizzanti”, vale a dire che accelera il flusso di liquidi e sostanze attraverso le membrane cellulari.
Il peperoncino disinfetta, aumenta la vascolarizzazione periferica, è antifermentativo intestinale e accelera i processi metabolici. Perfetto quindi in dieta dimagrante. È controindicato in caso di forte ipertensione, con livelli alti di cortisolo e nelle patologie renali severe.
Crudo, essiccato o sott’olio?
L’utilizzo migliore del peperoncino è fresco e a crudo, aggiunto a fine cottura in modo da non perdere i componenti termolabili (tra cui un’elevata dose di vitamina C)
Altra alternativa è quella del peperoncino conservato sott’olio, che mantiene buona parte dei principi attivi.
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